Descrizione
DESCRIZIONE: L’opera è evidentemente un’icona votiva, dipinta in relazione a un particolare evento e per una particolare commissione; potrebbe essere legata agli ambienti dei vecchi credenti, che amavano molto le croci inserite all’interno di tavole dipinte e inoltre nutrivano una particolare venerazione per i due martiri.
Al centro della tavola, appositamente scavata, è inserita una croce bizantina (a otto terminazioni) dipinta, che raffigura il Crocifìsso con alcuni elementi simbolici: al di sopra due nimbi sovrapposti con la colomba rappresentano il Padre e lo Spirito Santo, mentre ai lati sole e luna sono testimoni dell’evento; inoltre, la croce (in rosso sono leggibili le parole del tropario dell’Esaltazione della croce) è confìtta sulla sommità del Golgota, nella cui cavità si vede il teschio di Adamo.
Tutt’intorno, sono raffigurate le scene della vita dei santi martiri Quirico e Ulita, rappresentati anche, insieme all’angelo custode, ai lati della croce.
Dall’alto a sinistra, sono visibili le scene della Nascita e del Battesimo di Quirico, cui seguono vari episodi del loro martirio. I due santi, madre e figlio, vissero a Iconio tra la fine del II e l’inizio del III secolo; all’epoca delle persecuzioni di Diocleziano, Ulita cercò inutilmente di porre in salvo il figlioletto nascondendosi (seconda scena dall’alto a destra); Quirico, nonostante la tenera età (secondo la tradizione, aveva tre anni), e le lusinghe del sovrano (terza scena) professò fermamente la propria fede. Seguono le scene delle torture e del martirio, la sepoltura e l’ingresso dei santi nel Regno dei cicli.