Descrizione
E qui rappresentata una delle tipologie più antiche e solenni della Madre di Dio, il tipo dell’«Odigitria» che vede la Vergine indicare con il gesto della mano il Figlio raffigurato nell’atteggiamento di Giudice misericordioso, con il rotolo della legge e il gesto della destra benedicente. Se il «tema» dell’Odigitria appare già nel VI secolo, come meditazione teologica sull’incarnazione, la fissazione di questo tipo iconografico avviene solo nel IX secolo. La denominazione di «Odigitria» deriva dalla basilica costantinopolitana delle «guide» (in greco «odigos»), dov’era tradizione che i generali si recassero in preghiera prima di partire per le campagne militari. In questo senso la Vergine, guida per eccellenza nella battaglia della vita, è denominata «Odigitria».
L’icona presenta un’intonazione lirica e intima, resa estremamente raffinata dalla decorazione del rivestimento metallico, in cui si alternano sapientemente superfici lisce e cesellate, filigrane, perline e pietre dure. La pittura è qui limitata ai volti, alle mani e ai piedini del Bambino. Oltre al prezioso rivestimento in argento, che sovente veniva appositamente commissionato come ex-voto, anche la presenza dei due santi sulla cornice (a sinistra l’angelo custode, e a destra la santa monaca Pelagia), fa pensare che l’icona fosse destinata alla preghiera domestica o per¬sonale, forse ad una monaca.
Oltre ad esprimere un sentimento di devozione, il fondo in metallo prezioso, assimilabile all’oro, viene inteso come il dilatarsi della santità simboleggiata dai nimbi, applicati sopra il rivestimento stesso. Cristo, pur nelle proporzioni infantili, appare come il Dio incarnato: nel suo nimbo si staglia il profilo della croce con il monogramma che da la definizione di Dio, «Colui che è». Indicandolo con la mano e con lo guardo, di grande intensità, la Vergine si fa nostra guida per condurci verso Colui che è «Via, Verità e Vita».